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Il vino italiano in Corea del Sud

06 Novembre 2019
Il vino italiano in Corea del Sud
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Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

È la dodicesima economia mondiale, quarta in Asia, al primo posto per innovazione, primo Paese per produzione di schermi LCD e connessioni internet in banda larga, secondo produttore di telefoni cellulari, secondo per livello d’istruzione e nella cantieristica navale, terzo produttore di semiconduttori e sesto produttore nel settore dell’automotive. Paese ricco quindi, dove il reddito pro-capite è simile a quello dell’Italia, con un consumatore con capacità di spesa e sempre maggiormente influenzato dai gusti e dalle abitudini di consumo internazionali.

La Corea è peraltro ai primi posti anche per consumo pro capite di alcool, poco più di 13 litri annui, se parliamo di vino perde sicuramente qualche posizione nel ranking internazionale ma resta sempre uno dei mercati in maggiore crescita e con potenzialità ancora forti. Sebbene sia ventottesimo nella graduatoria dei paesi importatori di vino nel 2018, i numeri, in valore, continuano a crescere a doppia cifra: nel 2018 ben il 16% in più rispetto al 2017 pari a 247 milioni di dollari, mentre le quantità crescono ma a ritmi sensibilmente inferiori.

L’Italia terzo fornitore

L’Italia rappresenta il terzo fornitore della Corea (14,2% del totale) dopo Francia (32,2%) e Cile (18,7%), seguita da Usa (12,6%) e Spagna (8,9%). Le importazioni di vino dall’Italia sono cresciute negli ultimi 3 anni ad un ritmo medio annuo del 15%.

Si tratta di un mercato avanzato. Se nel passato il prezzo era considerato il fattore più importante per il consumatore la situazione è oggi radicalmente mutata. Per anni i coreani avevano considerato il vino come prodotto di lusso, riservato a pochi eletti ma il mercato si è rapidamente evoluto e nel 2015 per la prima volta il consumo di vino ha superato quello di whisky e il vino è diventato la seconda bevanda alcolica più importata dopo la birra, grazie anche all’abbassamento dei prezzi scaturito dagli accordi di libero scambio stipulati dalla Corea con l’Unione Europea, il Cile e gli Stati Uniti.

Vino italiano Corea
L'Italia è il terzo fornitore di vino della Corea

Fino al 2016 il canale on trade è stato preponderante nelle vendite di vino ma a partire dal 2017 il canale off trade ha iniziato a crescere a ritmi sostenuti e questa tendenza sembra continuare anche nel 2018 con l’apertura di nuove enoteche e lo sviluppo delle vendite della Gdo che resta comunque il canale che sta crescendo maggiormente e che sta contribuendo in misura importante alla diffusione della conoscenza e della popolarità del vino.

In effetti negli ultimi anni il mercato ha registrato grandi cambiamenti anche sul fronte degli importatori, molti dei piccoli hanno dovuto cessare l’attività e anche alcuni tra più grandi hanno chiuso. Abbiamo quindi assistito ad una concentrazione del mercato, rimasto in mano a pochi grandi player.

Per il vino italiano la Corea del sud rappresenta un mercato ancora piccolo (0,5% delle esportazioni totali nel 2018) ma che può crescere ancora molto. La reputazione dell’Italia e del Made in Italy in generale è altissima, i coreani conoscono peraltro il nostro Paese molto profondamente e lo apprezzano molto per i suoi connotati culturali e di stile di vita.

Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

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