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I dati definitivi sulla vendemmia 2019

07 Febbraio 2020
I dati definitivi sulla vendemmia 2019
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Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

I dati della vendemmia 2019 sono stati elaborati da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini a consuntivo di una vendemmia iniziata in ritardo rispetto allo scorso anno, ma che, in linea con le tempistiche di un'annata tradizionale, si è protratta sino ai primi giorni di novembre. Si rileva una produzione complessiva di vino e mosto di 44,5 milioni di ettolitri con una flessione del 19% rispetto ai 54,8 milioni di ettolitri del 2018. Il dato di novembre, quindi, registra un ulteriore calo del 3% rispetto alle prime stime di settembre. Tutte le regioni italiane segnano un decremento produttivo più o meno marcato, ad eccezione della Toscana che registra un aumento del 10% rispetto al 2018.

L'andamento della raccolta nella vendemmia 2019

La prima regione a staccare i grappoli è stata la Sicilia nella prima settimana di agosto, seguita, a cavallo di Ferragosto, dalla Puglia e poi dalla Lombardia (Franciacorta) nella seconda decade di agosto. Tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre, nella maggior parte delle regioni italiane, si sono svolte le operazioni di raccolta per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon). In tutta la penisola si è riscontrato un ritardo dell’inizio delle operazioni vendemmiali dai 7 ai 15 giorni rispetto allo scorso anno.

Il percorso della Via Francigena
I dati definitivi sulla vendemmia 2019

Il pieno della raccolta, in tutt'Italia e avvenuto tra l’ultima decade di settembre e la prima di ottobre. La vendemmia si è conclusa tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre con i conferimenti degli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell'Etna.

La raccolta ha beneficiato da nord a sud di un clima particolarmente asciutto, se non con qualche sporadico giorno di pioggia che non ha però influito sulla qualità delle uve. Al contrario di alcune precedenti vendemmie, quest'anno il periodo di maturazione è stato piuttosto lungo prolungato e differenziato nei tempi di raccolta.

La qualità delle uve è stata caratterizzata dall’andamento climatico che ha visto scarse precipitazioni dei mesi di giugno e luglio con le uniche piogge che si sono manifestate a carattere temporalesco. Per quasi tutto il mese di agosto le temperature si sono mantenute elevate, così come l’umidità, favorendo un rigoglioso sviluppo della vegetazione nei vigneti, gestito con attenti interventi di potatura verde.

Nei mesi di settembre e ottobre, il clima particolarmente caldo e asciutto ha dato un contributo determinante alla maturazione delle uve rosse ma allo stesso tempo si è verificata una ulteriore contrazione della produzione dovuta anche ad una minor resa uva/mosto.

Vendemmia 2019: un'annata qualitativamente molto buona

Di fatto, in molte zone, tale situazione ha permesso di vendemmiare grappoli in perfetto stato fitosanitario, grazie anche ad una buona escursione termica tra giorno e notte, che ha favorito, soprattutto nelle regioni nel nord, la concentrazione degli aromi nelle uve a bacca bianca.

Questa serie di variazioni climatiche e meteorologiche accompagnate da sapienti scelte tecniche quali l’individuazione della corretta maturità fenolica, prospetta un'annata molto buona e, fatte salve le zone colpite da fenomeni temporaleschi, si rilevano diverse situazioni di eccellenza che si dovranno concretizzare con un attento lavoro in cantina.

Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

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