Quando Chianti e Chianti Classico erano un’unica denominazione
Il “Chianti“ ed il “Chianti Classico“ sono due eccellenti DOCG del nostro Paese, conosciute ed apprezzate in tutto il mondo a mio parere più ancora dello Champagne, tanto da indurre il giornalista ed enologo americano Burton Anderson a dire: “Il Chianti si impone di gran lunga come il più grande dei vini“.
Esiste da sempre nel consumatore, soprattutto straniero, una certa confusione tra le due DOCG, tanto che a volte capita di sentir parlare di Chianti anche quando ci si riferisce al Chianti Classico. Oggi le due denominazioni sono nettamente distinte, con disciplinari differenti, diverse delimitazioni geografiche, propri Consorzi di tutela. Ma un tempo non era così.
Storia del Chianti
Secondo la tesi più accreditata, il termine “Chianti“ deriva dal verbo latino “clango“che significa “risuono”, dal rumore che si levava nei boschi della zona durante le battute di caccia dei nobili.
La prima carta del territorio in cui veniva delimitata la zona Chianti fu realizzata da Girolamo Bellarmati nel 1536. Si trattava di un’area in cui si stanziarono prima gli Etruschi e poi i Romani dove, come testimonia un atto notarile dell’epoca, si produceva vino almeno dal 1398. Risulta però, da documenti medievali dello stesso 1398, che il Chianti era un vino bianco. Ma non sappiamo quando cambiò colore, né conosciamo le caratteristiche organolettiche di quell’antico vino.
Nel 1716 il Granduca di Toscana, Cosimo III , delimitò la zona di produzione del Chianti, ponendo le basi per quelle che poi sarebbero diventate due nostre grandi DOCG.
Il successo del vino ottenuto nel Chianti indusse i produttori delle zone limitrofe a chiamare con il medesimo nome anche il loro vino e ad imbottigliarlo nel tipico fiasco impagliato, icona dello storico Chianti. E così il 14 maggio 1924, a tutela del vino prodotto nel Chianti, un gruppo di produttori costituì il Consorzio per la difesa del vino Chianti e della sua marca d’origine.
Nel 1932, con Decreto Ministeriale, fu introdotta la definizione “Classico“ per la zona storica delimitata nel 1716 dal Granduca di Toscana, così da differenziarla dalla zona più ampia che si era venuta delineando. Dunque originariamente Chianti Classico non era una denominazione autonoma, ma una sottozona del Chianti. La netta separazione avvenne solo nel 1996, quando con il Decreto Ministeriale 5 agosto 1996 venne sancita la scissione delle due denominazioni e furono approvati due distinti disciplinari di produzione per la DOCG Chianti e per la DOCG Chianti Classico.
Da quella data in poi le due denominazioni sono andate differenziandosi sempre più anche giuridicamente, oltre che nelle caratteristiche organolettiche ed è, ad esempio, vietato impiantare nella zona di produzione del Chianti Classico vigneti destinati alla produzione di Chianti.
Grandi personaggi legati al Chianti
Al vino prodotto nel territorio Chianti sono legati nomi di grandi personaggi del nostro Paese:
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Bettino Ricasoli diede una forte spinta al controllo della lavorazione e degli uvaggi fornendo la prima “ricetta” del Chianti;
- Michelangelo acquistò case e poderi nel Chianti e si dedicò anche alla produzione del vino;
- Machiavelli, accusato di congiurare contro i Medici, trovò rifugio in Chianti, a Sant’Andrea di Percussina;
- Galileo Galilei dimenticava le accuse di eresia che gli venivano rivolte, nella pace del suo podere di Grignanello (Castellina in Chianti) e, non disdegnando il buon vino, scriveva: “Il vino è come il sangue della terra“.
E se uomini di tale spessore hanno apprezzato questo grande vino, come potremmo noi non amare il Chianti e il Chianti Classico?
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