Toscana: la storia del vino italiano
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Prima ancora dell'arrivo dei Romani, la Toscana era già famosa per la qualità e l'abbondanza dei suoi vini. Questo perché il territorio toscano sembra quasi creato ad arte dalla natura per accogliere e far prosperare la vite.
Con una produzione all'83,5% di Rossi e per il 95% sotto i disciplinari della DOC, DOCG e IGT, è uno dei cuori pulsanti della produzione d'eccellenza italiana e forse tra le più conosciute all'estero.
Uno sguardo al territorio della Toscana
La Toscana con i suoi 23.000 km² è la quinta tra le grandi regioni italiane e, assieme al Piemonte, quella con la produzione qualitativamente più ricca.
Quel che la favorisce è la naturale predisposizione geografica, con un territorio coperto prevalentemente da colline.
La storia del vino in Toscana
![San Gimignano Vigneti di San Gimignano](/sites/default/files/vigneti%20di%20san%20gimignano.jpg)
La storia del vino in Toscana inizia molto presto, prima ancora del dominio di Roma, tuttavia vale la pena concentrarsi soprattutto sugli eventi accaduti a partire dal '700: basti pensare che Cosimo III de' Medici nel 1716 stilava una bozza della prima DOC della storia.
Nel 1865 Bettino Ricasoli, illustre politico e appassionato imprenditore del vino, fornì la prima "ricetta" del Chianti così composta:
- 70% Sangiovese, per dare copro e colore;
- 15% Malvasia, per conferire acidità e finezza – in seguito si accettò anche il Trebbiano;
- 15% Canaiolo, la dose giusta di dolcezza e profumo, tenendo conto che è un vitigno che convive senza problemi con il Sangiovese in vigna.
Questa ricetta rimase legge fino al 1996, anno in cui si perse l'obbligo di usare vitigni a bacca bianca per la produzione del Chianti.
È negli anni Settanta che alcuni produttori decisero di ignorare la DOC e di lavorare la vigna in modo da ottenere bassissime rese, usando vitigni diversi e botti non ammesse dal disciplinare. Non è un caso che proprio in quel periodo, Giacomo Tachis, uno dei più colti enologi italiani, dopo un periodo trascorso in Francia andò a lavorare per la cantina Antinori, dando vita a tutti gli effetti a quei vini che poi vennero chiamati Super Tuscan.
Giacomo Tachis ebbe inoltre il merito di importare in Italia la prima barrique e, a partire dal 1968, diede vita a:
- Sassicaia: 85% Cabernet Sauvignon e 15% Cabernet Franc;
- Tignanello: 80% Sangiovese, 15% Cabernet Sauvignon e 5% Cabernet Franc;
- Solaia: 75% Cabernet Sauvignon, 20% Sangiovese e 5% Cabernet Franc.
Un viaggio alla scoperta dei vini della Toscana
Il cuore della viticoltura toscana è il Chianti, con una produzione di 1 milione di ettolitri di vino e ben 7 sottozone.
La zona centrale del Chianti Classico
Un quarto della produzione di vino in Toscana avviene nel Chianti Classico che presenta vigne a un'altitudine che si agira tra i 250 e i 500 metri. Qui distinguiamo:
- Chianti Classico Annata;
- Chianti Classico Riserva, invecchiato almeno 24 mesi e affinato in bottiglia per almeno 3 mesi;
- Chianti Classico Gran Selezione, esclusivamente prodotto con uve provenienti dai migliori vigneti di proprietà delle aziende. Viene invecchiato minimo 30 mesi di cui 3 di affinamento in bottiglia.
Il territorio di Montalcino e le sue varietà
Il territorio di Montalcino presenta suoli rocciosi meno fertili di quelli del Chianti Classico. Il clima è secco e tiepido grazie alla vicinanza del mare e la protezione del Monte Amiata.
All'interno di questo territorio si possono trovare dei suoli anche radicalmente diversi tra loro, esposizioni variabili e altitudini tra i 0 e i 600 metri: ciò si traduce in microclimi totalmente differenti.
È qui che nel 1888 Ferruccio Biondi Santi, nella tenuta "Il Greppo" imbottigliò per la prima volta uve di Sangiovese Grosso 100% (chiamato localmente Brunello a causa del suo colore) creando il mitico Brunello di Montalcino.
In questo piccolo territorio si concentrano:
- 250 produttori;
- una produzione di 9 milioni di bottiglie di Brunello di Montalcino;
- una produzione di 4,5 milioni di bottiglie di Rosso di Montalcino;
- una produzione di 40.000 bottiglie di Moscadello;
- una produzione di 400.000 bottiglie di Sant'Antimo.
Ben il 65% della produzione di Montalcino è destinata al mercato estero.
Bolgheri e il suo Sassicaia
In questa zona, dal terreno simile a Le Graves di Bordeaux e il microclima migliore di tutta la Toscana, Mario Incisa della Rocchetta piantò per la prima volta nel 1944 il Cabernet Sauvignon. Ma fu solo con l'arrivo di Giacomo Tachis e della barrique che nel 1968 prese vita il primo "vino bordolese" in Maremma: il Sassicaia.
![San Gimignano Mappa vino Toscana](/sites/default/files/Mappa-toscana-.png)
I vitigni coltivati in Toscana
I vitigni a bacca bianca della Toscana sono:
- Trebbiano Toscano;
- Malvasia Bianca Lunga;
- Vernaccia;
- Ansonica.
I vitigni a bacca nera coltivati in Toscana sono:
- Sangiovese, il vitigno più coltivato in Italia e il decimo al mondo. Rappresenta il 65% della produzione di uva toscana e, pur adattandosi egregiamente a terreni differenti, dà il meglio di sé in quanto ad aromaticità ed eleganza su terreni calcarei. Ha una vendemmia tardiva, per portare a completa maturazione il tannino, che è però molto rischiosa poichè questo vitigno soffre molto la pioggia in vendemmia. Il Sangiovese non ha una massa colorante imponenete; dà vini che si conservano per lungo tempo e ricchi di acidità;
- Canaiolo;
- Ciliegiolo;
- Cabernet Sauvignon;
- Merlot.
Un riassunto delle principali Denominazioni della Toscana
Le denominazioni della Toscana sono moltissime, tra le quali menzioniamo quelle provenienti da uve Sangiovese:
- DOCG Brunello di Montalcino, 100% Sangiovese;
- DOC Rosso di Montalcino, 100% Sangiovese;
- DOCG Carmignano, Sangiovese e Cabernet;
- DOCG Chianti Classico, min 85% Sangiovese;
- DOCG Chianti;
- DOC Vin Santo del Chianti Classico, Occhio di Pernice;
- DOCG Vino Nobile di Montepulciano;
- DOC Rosso di Montepulciano;
- DOCG Morellino di Scansano.
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