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Il vino in Giappone

15 Novembre 2021
Il vino in Giappone
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Da l'Enologo - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

Se confrontata con quella dei Paesi occidentali, la storia del vino giapponese è molto recente: la produzione vinicola nipponica iniziò dopo la Restaurazione Meiji (1868), ma di fatto quella di vino (propriamente detto) da tavola, ha avuto inizio soltanto nel dopoguerra. Avviene principalmente in quattro provincie, che nel 2017 detenevano il 78% del volume totale prodotto. La concentrazione maggiore di aziende vinicole si trova nella provincia di Yamanashi, situata a est della regione Chubu, non molto distante da Tokyo (nel Kanto).

Riguardo ai vitigni coltivati, molti di quelli importati dall’Europa e dagli USA alla fine del 1800, non si adattarono al clima e agli attacchi dei parassiti, perciò furono ibridate delle varietà ideali, delle quali la più nota è il Muscat Bailey A. Ci sono poi le altre varietà autoctone quali il Koshu, introdotto in Giappone dalla Cina nell’Era Nara (710-784 d.c.) assieme alla religione Buddista; in origine, esso era la Vitis Vinifera europea arrivata in Cina dall’Asia Centrale attraverso la Via della Seta.

Consumi: il boom del 1998

Considerando che nel 1972 furono consumati appena 11 milioni di litri di vini (compresi quelli di frutta diversa dall’uva), si capisce quanto sia recente l’ingresso del “nettare degli dei” nelle abitudini alimentari giapponesi. Il consumo di vini in Giappone passò dai 111 milioni di litri del 1992 ai 298 milioni del picco storico raggiunto nel 1998. Il boom del vino rosso, avvenuto nel 1998, fu catalizzato dalla diffusione da parte dei mass media di notizie sugli effetti benefici dei polifenoli.

Per far fronte all’intensa domanda, non soddisfatta dalle quantità disponibili dei vini italiani, francesi e nazionali, si fece ricorso alle importazioni da altri paesi produttori, che conquistarono così una insolita notorietà soprattutto fra i nuovi consumatori.

vino giapponese
Il vino giapponese

A partire dal 2000, il vino si è confermato come un alcolico di uso comune, e non da consumare solo in occasioni particolari, entrando in canali di vendita capillari, come supermercati e convenience store. Negli ultimi anni, il consumo di alcolici ha conosciuto una costante diminuzione come ci confermano i dati del 2016 dove si rileva una diminuzione del -0,7% rispetto al 2015. Fra le cause, gli esperti indicano da un lato la tendenza all’allontanamento delle nuove generazioni dalle bevande alcoliche, e dall’altro ad un progressivo raffinamento dei gusti dei bevitori.

Italia seconda nell'importazione

Nell’anno del boom (1998), si raggiunse un volume totale delle importazioni di vini fermi in bottiglia senza precedenti, pari a 242.500 kl (+141,4% rispetto al 1997) per un valore di 172,7 miliardi di yen (+137,8%). Nell’anno successivo si determinò un eccesso di scorte che scoraggiò le importazioni di vini fermi, con una diminuzione di quasi il 50% rispetto al 1998 sia in volume sia in valore.

L’andamento decrescente si è smorzato fino all’inversione di tendenza avvenuta nel 2001, quando ci fu un guadagno dell’11,8% annuo in valore. Nel 2018 le importazioni di vini fermi in bottiglia sono diminuite del -1,5% in valore, attestandosi su 107 miliardi di yen, per un quantitativo di 166.445 chilolitri.

vino italiano giappone
L'Italia è il secondo paese fornitore di vino per il Giappone

La Francia, con la quota del 42,3% in valore, è il primo paese fornitore di vini fermi del Giappone, seguita dall'Italia (30.237 chilolitri) con il 15,7% e il Cile con 15,1% (51.416 chilolitri). In valore l’Italia ha registrato una variazione negativa sul 2017 del -1,6%.

L'accordo Epa tra Europa e Giappone

Dallo scorso 1° febbraio 2019 è diventato pienamente operativo l’Accordo di Partenariato Economico (EPA) tra l’Unione Europea e il Giappone il cui testo integrale è disponibile al seguente sito: http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=1684.

L’Accordo contiene disposizioni procedurali e commerciali che ridurranno i costi correlati a esportazioni e investimenti e consentiranno alle imprese di poter accedere al terzo mercato al mondo per dimensioni.

Ogni ulteriore informazioni sulla registrazione tramite REX e sulle regole riferite alle varie categorie di prodotto inserite nell'accordo, sono reperibili al seguente link pubblicato sul sito dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo: https://ambtokyo.esteri.it/ambasciata_tokyo/it/ambasciata/news/dall_ambasciata/2019/01/epa-unione-europea-giappone-registrazione.html.

L'azione promozionale dell'Agenzia Ice di Tokyo

Borsa Vini Japan. Nel mese di ottobre l’Agenzia Ice ha organizzato anche quest’anno la Borsa Vini, importantissimo appuntamento del settore in Giappone, giunto alla nona edizione. Vi hanno partecipato 73 aziende vinicole italiane e importatori, distributori, retailer, ristoratori e giornalisti giapponesi, che si sono riuniti per verificare la qualità e le novità della migliore produzione italiana.

L’ufficio di Tokyo ha pianificato appositamente eventi collaterali a Kyoto, tre seminari per l’abbinamento dei vini italiani con la cucina italiana, in collaborazione con tre cuochi giapponesi dell’Associazione Cuochi Cucina Italiana e tre sommelier della Japan Sommelier Association. Kyoto è la città più visitata e frequentata da turisti stranieri in Giappone ed è previsto un forte aumento della domanda di cibi italiani, nell’anno delle Olimpiadi 2020.

6000 anni di vino italiano. Quando parliamo della promozione del settore vini in Giappone, non è possibile ignorare la grande campagna “6000 anni di vino italiano”. La rassegna è organizzata dall’Ufficio di Tokyo in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia a Tokyo. É un contenitore promozionale che accorpa un significativo numero di azioni di comunicazione e iniziative commerciali dedicate al vino italiano, azioni che si svolgono in tutto il Giappone.

foodex japan
Il Foodex Japan

Foodex Japan. Foodex Japan è l’esposizione più grande e importante per il settore Food & Wine, nella quale l’Ice Agenzia organizza il Padiglione su un’area espositiva di 2.400 mq.

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