Contrada Jorche - 74020 Puglia (Taranto)
+39 099 9573232
La storia dell'azienda inizia con Giovanni, nel “palamientu” della famiglia Gianfreda. Il figlio Costantino affianca il padre nell’attività ma, negli anni Venti devono affrontare un momento particolare della storia viticola pugliese: i vigneti vengono distrutti dalla fillossera e si deve ricominciare daccapo. Vengono così impiantate nuove vigne che prendono il posto degli alberi vecchi. A continuare la tradizione ci pensa poi Cosimo, il nipote di Giovanni, che continua la produzione costruendo la prima cantina moderna. Subentra poi Antonio, il figlio di Cosimo, grande enologoche conferisce una nuova identità all'attività ampliano la produzione anche al Nord. Siamo oggi arrivati alla quinta generazione, con Dalila ed Emanuela che si dedicano con curiosità, creatività ed entusiasmo alla storica attività di famiglia oltreché alla gestione dell’ospitalità in Masseria.
Dalila cura l’organizzazione e l’amministrazione ed Emanuela, seguendo le orme di papà Antonio, si è laureata in Enologia e Viticoltura a San Michele all’Adige ed ora è l’enologo di Jorche.
Poco distante dal mare, Pepe e Cirenaica sono le due parcelle del vigneto di antica data, le viti più vecchie hanno circa 40 anni. La tenuta agricola è composta da 12 ettari di terreni particolarmente vocati alla coltivazione della vite che producono uve in quantità molto limitata e di grande qualità. Per quanto concerne i vigneti, essi sono di tradizione lunghissima racchiudendo tutta la storia viticola della zona: nel podere Cirenaica un vecchio trullo racconta ancora della vita in campagna dei contadini, di quando durante i lavori nei campi era utilizzato come luogo di riparo dalle intemperie in inverno e come abitazione in estate. I 6 ettari del vigneto giovane, invece, sono disposti tutt’intorno alla nuova Cantina.
L'azienda agricola coltiva prevalentemente il Primitivo assieme alle altre varietà autoctone salentine Negramaro, Fiano e Bianco d’Alessano. La volontà è quella di continuare nell’opera di recupero e di valorizzazione dei vitigni autoctoni che nel tempo sono stati dimenticati. Tra di essi spicca senza dubbio il Bianco d’Alessano, varietà tipica della zona.
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