I vini lungo la Via Francigena: viaggio in Toscana
Leggi la prima tappa de "I vini sulla Via Francigena: viaggio in Valle d'Aosta e Piemonte"
Leggi la seconda tappa de "I vini lungo la via Francigena: viaggio in Lombardia ed Emilia Romagna"
Dopo aver percorso la Via Francigena alla scoperta dei vini della Valle d'Aosta, del Piemonte, della Lombardia e dell'Emilia Romagna, riprendiamo oggi la strada per la terza tappa del nostro viaggio alla scoperta dei vini da degustare lungo la Via Francigena: questa volta sarà la Toscana a fare mostra delle sue perle enologiche e noi non possiamo che essere impazienti di fare la loro conoscenza. Roma, come sempre, ci aspetta e questa volta è più vicina che mai!
La tappa precedente del nostro viaggio lungo la Via Francigena è stato l'odore di tè al limone a svegliarci, mentre oggi a destarci dal profondo sonno che ci ha colto tra le colline piacentine è un profumo dolcissimo, un misto tra la lavanda ed il gelsomino appena germogliato. Apriamo immediatamente gli occhi e scorgiamo sul ciglio del letto una donna, regalmente seduta ed intenta a leggere. Colpiti dal suo fantasioso cappello e dall'abito cobalto che la veste come una madonna, non riusciamo a proferire parola e lei, accortasi del nostro stupore, si rivolge a noi presentandosi come la protrettrice della Via Francigena.
Non riuscendo a dare un'identità alla leggiadra figura, cerchiamo di spolverare tra i ricordi scolastici alla ricerca di quel lucente stemma che risalta ai nostri occhi sull'anello che la donna porta all'anulare destro. Vedendoci in difficoltà, la madama decide di presentarsi e noi, comprendendo di trovarci al cospetto della Granduchessa Matilde di Canossa, ci troviamo in pochi attimi in ginocchio a baciarle la bianchissima mano.
Dopo aver declinato in poco tempo le riverenze che il connubio tra imbarazzo e stupore ci porta a fare, la Granduchessa ci racconta brevemente delle incredibili vicende familiari e personali che la legano a doppio filo alla Via Francigena e, mostrandosi a conoscenza del nostro viaggio alla ricerca dei migliori vini lungo di essa, si propone come nostra guida.
La Toscana ed il Vermentino DOC Colline Lucchesi
Saliti sulla dorata carrozza che ci attendeva paziente appena fuori la porta, attraversiamo da subito il confine emiliano e, perdendoci nei retroscena di battaglie e intrighi dei quali Matilde si era fatta testimone, giungiamo senza neanche accorgercene in Toscana.
Come una principessa che conosce nel profondo le sue terre, Matilde di Canossa ci guida sicura tra le bellezze della proprietà appartenute per anni alla sua famiglia fino a quando, con il solo cenno della mano sinistra, ferma la carrozza nei pressi di un verdissimo vitigno. Da esso, ad intervalli regolari, spuntano come gemme grappoli ocra che, insieme alla Torre di Guinigi sullo sfondo, ci consentono di comprendere di essere giunti davanti alle vigne del Vermentino DOC Colline Lucchesi.
Prodotta quasi esclusivamente con uva dell'omonimo vitigno, questa tipologia di vino vede la sua nascita nei comuni di Lucca, Capannori e Porcari. Il Vermentino, proveniente dalla Liguria, sua prima terra di origine sul suolo italico, si è acclimatato perfettamente nella zona delle colline lucchesi, come del resto in altre aree della Toscana litoranea (Colli Apuani, Maremma livornese e grossetana, Elba), ed è finito per acquisire precise caratteristiche varietali che lo rendono lievemente diverso dal Vermentino ligure e da quello di Sardegna.
Con un colore giallo paglierino più o meno intenso, il Vermentino DOC Colline Lucchesi risulta caratterizzato da un profumo delicato, quantomai gradevole, e d di un sapore asciutto, fruttato, morbido. La sua gradazione minima si aggira intorno ai 11% vol e va servito ad una temperatura di 10°C, in abbinamento a piatti della cucina di mare, compresi i molluschi, i crostacei ed i primi piatti delicati come le bavettine al pesce o il risotto al nero di seppia. Grazie alle sue peculiarità il Vermentino DOC Colline Lucchesi è perfetto anche con la panzanella, il minestrone di verdure e l'acquacotta.
Il Brunello di Montalcino DOCG nelle colline di Siena
Intenti a degustare calici ricolmi di profumatissimo vino bianco, ci rendiamo conto che la Granduchessa si sta avviando verso la carrozza e, scusandoci con i contadini che compiaciuti del nostro apprezzamento continuano a proporci l'assaggio di altri eccezionali vini della zona, ci affrettiamo a raggiungerla: mai fare aspettare una donna, figuriamoci se essa è anche la “viceregina” d'Italia!
Dopo averci guardato con gli occhi severi ma dolci di una mamma che perdona sempre, la madama si appresta a dare il segnale e la carrozza riprende velocemente il suo percorso. Il viaggio questa volta è breve e, mentre attraversiamo il mare smeraldo delle vivaci colline toscane, una fortezza ci fa comprendere la nostra prossima tappa: la Granduchessa ci sta conducendo a Montalcino per farci degustare il celebre Brunello DOCG!
Conosciuto come uno dei vini più famosi nel mondo, il Brunello di Montalcino viene prodotto esclusivamente con uve del vitigno Sangiovese grosso, localmente denominato Brunello. Con un colore rosso rubino intenso e tendente al granato con riflessi aranciati, questo vino rosso presenta un profumo ampio e ricco con sentori di vaniglia e viola, ed un sapore asciutto, caldo, leggermente tannico, robusto ed armonico.
Presentando una gradazione minima di 12,5% vol. ed un invecchiamento obbligatorio di 5 anni di cui 2 in botti di rovere (6 anni per la tipologia con qualifica Riserva di cui almeno 2 in botti di rovere), è un vino che si esprime al meglio fra il sesto e l'ottavo anno d'età, ma si presta all'invecchiamento ben più lungo che può andare oltre i 20 anni. Servito a temperatura ambiente, sui 18-20° C, il Brunello di Montalcino DOCG va stappato qualche ora prima del consumo e si esalta se accompagnato a carni rosse, selvaggina di cinghiale e Pecorino Toscano stagionato.
Come un pavone consapevole della bellezza dei suoi colori, la Toscana ci ha fatto fiera mostra di alcune delle meraviglie enologiche che più la rappresentano. Sulla scia della sorpresa e presi da quella febbrile impazienza che coglie i bambini a cui è stato promesso un dono ancora non consegnato, chiediamo alla Granduchessa di proseguire il nostro viaggio. Lei, provata da un'affaticamento che non si addice ad una nobildonna, desidera però riposare. Ci troviamo quindi a concludere la giornata in uno dei suoi sfarzosi castelli toscani e, ristorandoci al suono di un curioso strumento medievale, vi diamo appuntamento nel Lazio per la prossima tappa!
Leggi la quarta tappa de "I vini sulla via Francigena: viaggio in Umbria e Lazio"
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