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Verdea B.

Sinonimi ufficiali

COLOMBANA BIANCA

Nome Ampelografico

Verdea

Fonte

di I. Cosmo e R. Fortida "Verdea", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume II, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1962

Sinonimi (ed eventuali errati)

In Toscana è meglio nota come "Colombana bianca", "Colombana di Peccioli" o "S. Colombano". Nulla invece ha in comune con il "Verdiso" trevigiano, nè con la "Verdise" dei Colli Euganei (Padova), nè con il "Verdicchio" dell'Italia centrale e neppure con la "Verdeca" del Tarantino (Puglie), alle volte chiamata per errore "Verdea" (Del Gaudio e Nico, 1958). Nel grappolo ricorda invece lontanamente l'"Ansonica", con la quale tuttavia non dev'essere confusa, dato che questa varietà tra l'altro presenta le foglie glabre, mentre nella "Verdea" la pagina inferiore è tomentosa per lanuggine. In Francia la "Verdea" è conosciuta con il nome di "Dorée d'Italie".

Scheda ampelografica

Descrizione Ampelografica

Per la descrizione di questo vitigno è stato utilizzato un clone di "Verdea" esistente presso la collezione ampelografica della Stazione Sperimentale di Viticoltura ed di Enologia di Conegliano. I caratteri rilevati nella predetta collezione sono stati confrontati successivamente in diversi vigneti sperimentali sparsi nelle Venezie (Cosmo, 1940).
Germoglio di 10-20 cm
Figura 1: Apice di Verdea. Apice: medio, cotonoso, biancastro con orli sfumati in rosso-violaceo vivo.
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): la prima a doccia, spiegate quelle successive; cotonose-vellutate e biancastre sulla pagina inferiore, aracnoidee, giallo-bronzate e nervature verdi sulla pagina superiore.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, feltrato-vellutate e di colore biancastro con chiazze rosso-violacee sulla pagina inferiore; aracnoidee, lucenti, di colore giallo-bronzato con linea marginale rossa su quella superiore; 3-5 lobate con seni laterali profondi e seno peziolare molto aperto.
Asse del germoglio: molto curvo.
Germoglio alla fioritura
Apice: medio, verde giallastro con leggerissime sfumature bronzato-vinoso.
Foglioline apicali: spiegate, lanugginose e di colore verde giallastro con sfumature bronzee sulla pagina superiore, cotonose e biancastre di sotto.
Foglioline basali: spiegate, aracnoidee e verdi sulla pagina superiore, lanugginose sulla pagina inferiore.
Asse del germoglio: a pastorale, verde con zone vinose ai nodi, aracnoideo.
Tralcio erbaceo: con internodi piuttosto corti, di sezione trasversale circolare, leggermente angoloso, aracnoideo, verde con striature longitudinali vinose più marcate da un lato.
Viticci: intermittenti (0-1-2-0-1-2).
Infiorescenza: lunga cm 13-14, nettamente piramidale.
Fiore: ermafrodita, normale, autofertile (Cosmo, 1940).
Figura 2: Foglia di Verdea. Foglia: pentagonale, di media grandezza, tri-quinquelobata ma con seni laterali poco profondi specialmente quelli superiori; seno peziolare a V-U (bordi di rado divergenti, per lo più invece paralleli); pagina superiore glabra, verde abbastanza chiaro e lucente, con nervature principali di colore verde ancora più chiaro e sfumature vinose in prossimità del picciolo; pagina inferiore cotonosa, verde-biancastra con nervature di colore verde-chiaro e rosso vinoso in prossimità del picciolo; lembo leggermente piegato a gronda, spesso, superficie del lembo un po' bollosa, lobi revoluti. Angolo alla sommità dei lobi terminali quasi retto; denti abbastanza marcati, irregolari, in doppia serie, concavi, a base media; nervature di 1°-2°-3° ordine sporgenti.
Picciolo: corto, di media grossezza, setoloso, di colore vinoso; sezione trasversale con canale poco evidente.
Colorazione autunnale delle foglie: giallastra.
Figura 3: Grappolo di Verdea. Grappolo a maturità industriale: di media grandezza, conico piramidale, piuttosto corto ma grosso, mono e bi-alato, giustamente compatto; peduncolo visibile, semilegnoso.
Acino: di media grossezza, subrotondo, regolare, con ombelico persistente, buccia poco pruinosa, un po' spessa, molto consistente, di colore verde-giallastro, opalescente (dorata dalla parte del sole); succo incolore, polpa leggermente carnosa, abbastanza liquescente, di sapore neutro, dolce, gradevole. Pedicello medio, con cercine evidente; pennello medio, incolore, di normale separazione dall'acino.
Vinaccioli: 2-3 per acino, piriformi, con becco sottile, grossi.
Tralcio legnoso: medio-corto, abbastanza robusto, di sezione trasversale quasi circolare, leggermente schiacciato da un lato, a superficie leggermente costoluta e nodi poco appiattiti; glabro, internodi corti, di colore castano uniformemente distribuito; gemme coniche, arrotondate.
Tronco: debole.

Fenologia

Condizioni d'osservazione: si considerano quelle riguardanti la collezione della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano, nella quale il clone è stato introdotto.
Ubicazione
Per l'ubicazione, il clima, il terreno, ecc., nonché le fasi vegetative della vite ed il calendario di maturazione dell'uva, si rimanda ad una delle seguenti monografie ampelografiche pubblicate in precedenza: "Tocai friulano", "Riesling italico", "Raboso Piave", "Raboso veronese", "Pinella".
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: medio
Fioritura: media
Invaiatura: media
Maturazione dell'uva: III epoca (fine settembre-metà ottobre)
Caduta delle foglie: in autunno resistono a lungo sulla pianta.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: buona (preferisce la potatura lunga ma non troppo ricca, poiché se si lasciano troppi capi a frutto produce eccessivamente ma a scapito dell'aspetto dei grappoli e della qualità del prodotto).
Produzione: regolare, abbondante.
Posizione del primo germoglio fruttifero: 4a gemma.
Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2.
Fertilità delle femminelle: scarsa.
Resistenza alle malattie e avversità: resiste molto bene al marciume, per cui si può conservare a lungo oltre che in fruttaio anche sulla pianta (la raccolta può venir protratta anche di 20-30 e più giorni); ha pure buona resistenza contro le altre malattie crittogamiche, mentre ha dimostrato di risentire subito la siccità.
Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale.

Utilizzazione

L'uva di "Verdea" può considerarsi a duplice attitudine. In genere, però, viene utilizzata come uva da diretto consumo, per quanto non manchino esempi di vinificazione, com'è appunto il già ricordato caso di S. Colombano al Lambro in provincia di Milano (ed allorché particolari circostanze la rendano necessaria).
Tutti i contenuti di questa sezione sono stati gentilmente forniti dal MIPAAF - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali