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Trebbiano Toscano B.

Sinonimi ufficiali

(025) BIANCAME B., PROCANICO, UGNI BLANC *

Nome Ampelografico

Trebbiano Toscano

Fonte

di N. Breviglieri ed E. Casinida "Trebbiano toscano", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume IV, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1965

Sinonimi (ed eventuali errati)

I sinonimi del "Trebbiano" sono numerosi se consideriamo l'area di diffusione, mentre sono relativamente pochi quelli che distinguono le differenti cultivar. Talvolta poi la denominazione di "Trebbiano" di qualche vitigno (es. il "Trebbiano Massese") ha mostrato chiaramente all'indagine ampelografica che questo vitigno non è riferibile al gruppo dei "Trebbiani" propriamente detti. II "Trebbiano Toscano" secondo il Molon (Amp. vol. II, pag. 1146) assumerebbe diverse denominazioni a seconda delle zone nella stessa Toscana: "Albano" (ad Arezzo), "Biancone" (a Cortona), "Procanico" (Siena, Elba, Grosseto), "Brocanico", "Brucanico" (Siena), "Santoro" (Sinalunga-Foiano), "Bobiano" (Lucca) e sarebbe diffuso in Italia ed in Francia con le seguenti denominazioni diverse: "Trebbiano fiorentino", "Tribbiano forte" (a Perugia), "Trebbianone" (a Velletri), "Blanc auba", "Blanc de Cadillac" (Gironde), "Cadillac", "Chator", "Clairette ronde" (Alpi Marittime-Var), "Queue de renard" (Var), "Rossan de Nice" (Pulliat), "Roussan" (Nizza), "Roussea", "Saint émilion" (Charente), "Ugni blanc" (Bocche del Rodano). Il Cettolini (Catania, 1927 3a ediz. tomo I pag. 290, la 1a ediz. è del 1915, poi 1920) così si esprime: "All'Elba e nel Senese prende il nome di "Procanico" e "Brocanico"; di "Biancone" nel Cortonese; nella Lucchesia di "Bubbiano"; di "Santoro" a Sinalunga; "Trebbianone" a Velletri; "Tribbiano" e "Trebbianello" in quel di Perugia". Fra l'altro il Cettolini afferma: "Io ho trovato molta vicinanza di carattere fra il "Trebbiano di Toscana" e il "Nuragus" di Cagliari ed il "Prosecco" di Conegliano". Il Cavazza (Viticoltura, 1923 pag. 134) ricorda che il "Trebbiano" è assai rinomato e diffuso in Toscana e cita i seguenti: "Tribbiano", "Trebbiano di Toscana", "Trebbiano di Lucca", "Trebbiano di Tortona", "Trebbiano di Cesena", "Trebbiano di Empoli", "Falanchina", "Procanico dell'Isola d'Elba". E aggiunge: "Il "Procanico" è certamente sinonimo di "Trebbiano". Il "Biancone" potrebbe esserne una sottovarietà".

Scheda ampelografica

Descrizione Ampelografica

La descrizione ampelografica è stata fatta sui ceppi di selezione clonale della Collezione ampelografica sperimentale dell'Azienda "Monna Giovannella" della Facoltà di Agraria di Firenze. All'uopo si è prescelto come clone tipo il biotipo riferibile al "Trebbiano fiorentino bianco" (Trinci: "Vitis vinifera Trebulana"). In precedenza, e successivamente fino ad oggi, si sono confrontati i rilievi in numerose aziende della Toscana dove questo biotipo era presente.
Germoglio di 10-20 cm
Figura 1: Apice di Trebbiano Toscano. Apice: di forma piuttosto espansa ma talvolta anche globosa, cotonoso o lanugginoso di colore bianco con orlo carminato.
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): in buona parte piegate a gronda, lanugginose ma talvolta, a seconda dello stadio vegetativo, aracnoidee o cotonose, di color bianco, talvolta con l'orlo leggermente carminato e con lievi sfumature bronzate.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, lanugginose nella pagina inferiore, più o meno aracnoidee in quella supcriore, di colore verde-giallognolo chiaro, talvolta con leggere sfumature bronzate.
Asse del germoglio: generalmente ricurvo, ma talvolta anche semi-eretto ed eretto.
Germoglio alla fioritura
Apice: semi-espanso od espanso, lanugginoso, di colore bianco, talvolta con leggera carminatura.
Foglioline apicali: spesso piegale a gronda, più o meno aracnoidee o lanugginose a seconda dello stadio vegetativo, di colore verde-biancastro, talvolta con sfumature bronzate.
Foglioline basali: spiegate, più o meno lanugginose nella pagina inferiore e con residuo aracnoideo in quella superiore, di colore verde chiaro o verde-giallastro, spesso con leggere sfumature bronzate.
Asse del germoglio: generalmente ricurvo od a pastorale.
Tralcio erbaceo: di sezione circolare od ellittica, costoluto ed angoloso, generalmente aracnoideo ma talvolta anche cotonoso e setoloso; inizialmente di color verde, talvolta soffuso di rosso; successivamente verde chiaro a riflessi giallastri con leggera pruina.
Viticci: con distribuzione intermittente (formula 0-1-2-0-1-2-0); bifidi, lunghi, grossi, di color verde talvolta soffuso di rosso.
Infiorescenza: grande, di forma cilindrica allungata, alata (per lo più con due ali).
Fiore: tipo morfologico: ermafrodita autofertile (Cosmo, 1940); bottone fiorale: di forma piuttosto globosa, cilindroide, piuttosto grosso, con stami di media lunghezza, con antere ricche di polline e pistillo mediano.
Figura 2: Foglia di Trebbiano Toscano. Foglia: grande o medio-grande; pentagonale, quinquelobata; seno peziolare a lira chiusa con bordi sovrapposti; seni laterali superiori a bordi sovrapposti; seni laterali inferiori a bordi paralleli od a V stretto; lobi piani; angolo alla sommità dei lobi, acuto; lembo piano, talvolta leggermente piegato a gronda, con superficie bollosa ed un po' ondulata; pagina superiore glabra, di color verde di tono medio, opaca o mediamente brillante, con nervature verde chiaro; pagina inferiore fortemente aracnoidea o lanugginosa, di color grigio-verde chiaro, con nervature di 1°, 2° e 3° ordine sporgenti; denti laterali molto pronunciati, convessi, ma talvolta anche irregolari, a base larga.
Picciolo: generalmente medio ma talvolta anche corto; grosso, glabro o con residuo aracnoideo; di color verde, spesso soffuso di rosa violaceo; di sezione trasversale con canale evidente.
Figura 3: Grappolo di Trebbiano Toscano. Grappolo a maturità industriale: grande o medio-grande (lungo 18-25 cm e talvolta di più); di aspetto semi-compatto o semi-spargolo, allungato con una o due ali; peduncolo visibile, erbaceo o semi-legnoso, mediamente lungo, di color verde o nocciola, grosso; raspo verde.
Acino: medio (diametro mm 13-15), discoide o sferoide di forma abbastanza regolare ed uniforme; ombelico talvolta persistente, ma non sempre; buccia più o meno pruinosa, di color giallo-verde o giallo-rossastro, a seconda del clone, molto più resistente di quella della "Malvasia del Chianti"; polpa succosa, mediamente consistente; sapore neutro; pedicello di lunghezza media (mm 6-8) e di color verde; cercine evidente, meno grosso di quello della "Malvasia", di color verde; pennello medio, ma talvolta anche corto, di color verde chiaro, traslucido, non molto resistente al distacco.
Vinaccioli: in numero medio di 2 per acino, piriformi, con becco piuttosto grosso.
Tralcio legnoso: lungo, robusto, vigoroso, con notevole numero di femminelle nelle potature non molto ricche e povere; sezione trasversale più o meno ellittica; superficie liscia o leggermente striata, poco o punto pruinosa, con meritalli piuttosto lunghi (cm 11-13 ed oltre), di color nocciola, talvolta con leggeri riflessi rosa-violacei; nodi evidenti, spesso con colore più marcato; cercine peziolare largo; diaframma piano, convesso, di medio spessore; gemme piuttosto grosse, coniche; legno mediamente tenero al taglio.
Tronco: vigoroso.

Fenologia

Condizioni di osservazione: si considerano quelle riguardanti la Collezione sperimentale dell'Azienda Agraria della Facoltà Agraria e Forestale dell'Università di Firenze, nella quale sono stati introdotti vari cloni studiati nelle tipiche aziende chiantigiane.
Ubicazione
Longitudine: 1°6' O (Monte Mario).
Latitudine: 43° 44' N.
Altitudine: m 148 s.l.m.
Esposizione: Sud-Ovest.
Portainnesto: "Berlandieri x Riparia 420A" e sovrainnesto di "Sangiovese".
Età delle viti: da 3 a 5 anni nella collezione e da 15 a 25 anni nelle aziende allo studio per l'indagine ampelografica.
Sistema di allevamento: a media espansione.
Forma di potatura: "archetto toscano" e "Guyot".
Terreno: eocenico derivante da calcare alberese, di natura argillo-calcarea-silicea, con scheletro piuttosto abbondante e arido.
Varie: zone saltuariamente soggette ai danni di gelate primaverili.
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: in media dal 25 Aprile ai primi giorni di Maggio; più tardivo del "Sangiovese", della "Malvasia" e del "Canaiolo".
Fioritura: in media nella terza decade di Maggio - primi di Giugno, ma anche più tardi.
Invaiatura: in media dal 25 Agosto al 10 Settembre.
Maturazione dell'uva: prima - seconda decade di Ottobre.
Caduta delle foglie: in media nella seconda - terza decade di Novembre.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: notevole.
Produzione: molto abbondante e costante, specialmente nei cloni selezionati.
Posizione del primo germoglio fruttifero: 2°, 3° o 4° nodo.
Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2.
Fertilità delle femminelle: buona.
Resistenza alle malattie: ai comuni parassiti della vite presenta una resistenza normale; l'uva si conserva con una certa facilità in fruttaio.
Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: ha buona affinità all'innesto.

Utilizzazione

E' uno dei vitigni classici che entra comunemente, in proporzione variabile, a seconda delle aziende, nel vino Chianti. Col "Trebbiano" da solo o con la "Malvasia" si preparano in Toscana buoni "vini santi". In combinazione con la "Malvasia" e il "Canaiolo bianco" dà buoni vini bianchi secchi.
Tutti i contenuti di questa sezione sono stati gentilmente forniti dal MIPAAF - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali