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Brachetto N.

Sinonimi ufficiali

Nome Ampelografico

Brachetto

Fonte

di G. Dalmasso, G. Dell'Olio e P. Riccida "Brachetto", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume I, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1960

Sinonimi (ed eventuali errati)

Il "Brachetto" [o "Bracchetto", come lo chiamano Demaria e Leardi (l)] è uno di quei vitigni che più han dato da fare agli ampelografi, perché evidentemente più d'uno di essi l'ha confuso con altri vitigni del tutto diversi. Anche prescindendo da un "Brachetto bianco", già citato dall'Odart fra i vitigni della contea di Nizza, e che secondo quest'autore sarebbe il "Quillard" del Roussillon o "Jurançon blanc" del Lot-et-Garonne (ciò di cui dubita il di Rovasenda), e di cui si trova anche menzione in un catalogo dei vitigni della provincia di Torino del 1877 e una breve illustrazione nella grande "Ampélographie" di Viala e Vermorel; e da un altro "Brachetto" che lo stesso Odart chiama "des jardins", ma che egli dice essere un falso "Brachetto", sta di fatto che lo stesso competentissimo di Rovasenda, nel suo "Saggio" afferma che vi sono due "Brachetti" ben distinti: quello del Piemonte, che è a sapore aromatico (o moscato) e quello di Nizza Marittima, che è a sapore semplice. Quest'ultimo però non deve essere il "Calitor" o "Pecoui-Touar" o "Bracquet" del Pulliat, descritto e illustrato nella citata "Ampélographie" di Viala e Vermorel, nonché dal Molon. Infatti, mentre quest'ultimo dà un vino mediocre, il "Brachetto" di Nizza (intendesi, Nizza Marittima) a detta del Gallesio, che l'ha descritto nella sua "Pomona" sotto il nome di Vitìs vinifera niceanensis, "è un'uva gentile che s'impiega unicamente per comporne un vino liquore, il quale riesce squisito e rende celebre il contado di Nizza, ma che si fa in poca quantità, ecc.". Però non possiamo dire con certezza se il "Brachetto" di Nizza descritto dal Gallesio sia o no quello del Piemonte. Chè, mentre il di Rovasenda lo dice a sapore semplice, il Gallesio dice che "ha un aroma particolare, e perciò si presta bene a formare dei vini liquori". Aggiungiamo che anche il "Braquet" descritto nella già citata "Ampélographie" di Viala e Vermorel (dopo il "Pecoui-Touar") dà un vino molto alcoolico, assai fino, ma non aromatico, perché l'uva è "sucrée et sans saveur spéciale" (comunque i caratteri ampelografici di questi due vitigni del Mezzogiorno della Francia non corrispondono affatto a quelli del noto "Brachetto"). Lo stesso di Rovasenda avvertiva però che "non tutte le uve coltivate nell'Astigiano sotto il nome di "Brachetto" sono identiche; per lo più però esse, sono profumate (aromatiche) ossia a sapor moscato". Ma a complicar le cose, i già citati Demaria e Leardi affermano che il " Brachetto" da loro descritto (e che deve essere il nostro, perché "la migliore qualità di uve dell'Astigiano per vino da frutta o da dessert" e perché "l'uva ha sapore profumato e con speciale aroma") proviene da Nizza Marittima, e la cosa per loro "è posta fuori di dubbio dall'identità dei caratteri che offrono i ceppi di viti nuovamente importati da quella regione con quelli che in epoca anteriore già nella provincia esistevano". Essi però aggiungono che "presenta qualche analogia coi "Moscati" (neri), e più particolarmente col "Montepulciano" (evidentemente, non col vero "Montepulciano", che ha sapore semplice). E invero anche oggi v'è chi chiama "Brachetto" il "Moscato" rosso o nero, e viceversa. Nè è facile poter discriminare quali siano i veri e quali i falsi tra i vari "Brachetti" ricordati a più riprese nel secolo scorso nel Bollettino Ampelografico.

Scheda ampelografica

Descrizione Ampelografica

Per la descrizione ampelografica venne scelto un clone sito nel comune di Bubbio (in provincia di Asti, ma assai più prossimo ad Acqui, da cui dista una quindicina di chilometri). I caratteri vennero poi riscontrati su un altro clone presso la Scuola Enologica di Alba e in altri centri di coltura nelle provincie di Asti e di Cuneo.
Germoglio di 10-20 cm.
Figura 1: Apice di Brachetto. Apice: espanso, di color verde giallastro (talvolta leggermente arrossato), lanugginoso.
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate, di color verde con riflessi bronzati; i dentelli delle foglioline sono gialli alla base e rosso-carminio all'apice, con tomento aracnoideo.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, di color verde chiaro, con tomento aracnoideo.
Asse del germoglio: ricurvo, a pastorale.
Germoglio alla fioritura
Apice: mediamente espanso, verde, con orli leggermente bronzati.
Foglioline apicali: spiegate, verdi con sfumature bronzate, con tomento aracnoideo.
Foglioline basali: spiegate, di color verde chiaro, con tomento aracnoideo.
Asse del germoglio: ricurvo, a pastorale.
Tralcio erbaceo: a sezione ellittica, leggermente angoloso, glabro, verde, con sfumature bronzee.
Viticci: bifidi, più raramente trifidi, intermittenti, di color verde chiaro; formula: 0-1-2-0-1-2-0, ecc.
Infiorescenza: lunghezza da 11 a 12 cm; bottone fiorale globoso, di colore verde, un po' giallognolo alla sommità; apertura della corolla a cappuccio; stami normalmente 5, talora 6; fiori ermafroditi, autofertili.
Figura 2: Foglia di Brachetto. Foglia: di grandezza media o meno, tondeggiante, quasi intera, o trilobata ma con lobi appena accennati; con seno peziolare a lira, quasi chiuso o chiuso; seni laterali superiori a V stretto, quasi chiusi; inferiori pressoché nulli; lembo piano, piuttosto spesso, a superficie bollosa; lobi piani; angolo alla sommità dei lobi terminali mediamente acuto; denti irregolari a base larga, a margini convessi. Pagina superiore di color verde cupo, glabra; inferiore verde chiaro, glabra; nervature verde chiaro.
Picciolo: corto, di media grossezza; glabro, sezione trasversale con canale evidente, di color verde roseo.
Colorazione autunnale delle foglie: giallastra, talora un po' rossiccia.
Figura 3: Grappolo di Brachetto. Grappolo a maturità industriale: di grandezza media, di forma varia; per lo più allungata, cilindrico-piramidale; talvolta piuttosto tozza; i grappoli alquanto compatti (o anche molto serrati); con peduncolo piuttosto corto, semi-legnoso sino al primo nodo; pedicelli di media lunghezza, con cercine evidente.
Acino: di media grossezza, subrotondi (per lo più di 13 o 14 mm di diametro), con buccia di media consistenza, di color nero violaceo scuro, ben pruinosa; polpa piuttosto densa, ma succosa, succo incolore; sapore speciale, aromatico (che ricorda il moscato e un po' la rosa); pennello rossiccio, corto. Separazione dell'acino dal pedicello piuttosto difficile.
Vinaccioli: da 2 a 3 per acino, piriformi, con becco grosso.
Tralcio legnoso: robusto, mediamente lungo, poco ramificato; sezione trasversale circolare; a superficie liscia, glabra; lunghezza dei meritalli meno che media (cm 10-14); di color cannella-grigiastro, più scuro ai nodi; gemme molto sporgenti, midollo medio.
Tronco: poco vigoroso.

Fenologia

Condizioni d'osservazione: si considerano quelle del comune di Bubbio (provincia di Asti).
Ubicazione
Longitudine: 4° 12' E.
Latitudine : 44° 29' N.
Altitudine: circa m 225 s.l.m.
Esposizione: sud-est; inclinazione: 35 %.
Portinnesto: "Chasselas" x "Berlandieri 41 B"
Età : 32 anni
Sistema di allevamento: a filare basso, in vigneto specializzato
Sistema di potatura: tipo Guyot
Natura del terreno: collinare, marnoso-argilloso
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: piuttosto precoce (prima metà d'aprile)
Fioritura : precoce (fine maggio-prima decade di giugno)
Invaiatura : precoce (prima decade d'agosto)
Maturazione : 2a epoca (seconda quindicina di settembre)
Caduta delle foglie : normale (prima quindicina di novembre)

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: moderata (inferiore a quella di altri vitigni piemontesi).
Produzione: regolare, ma non abbondante.
Posizione del primo germoglio fruttifero: 2°-3° nodo.
Numero delle infiorescenze per germoglio: da 1 a 2.
Fertilità delle femminelle: trascurabile.
Resistenza alle malattie: normale, ma piuttosto superiore a quella degli altri vitigni indigeni; l'uva resiste bene al marciume, sia sulla pianta che su stuoie. Non soffre molto per i geli invernali.
Comportamento all'innesto: normale (molto usati i "Berlandieri" x "Riparia 420 A" e "Kober 5 BB", e il "Chasselas" x "Berlandieri 41 B").

Utilizzazione

è usato esclusivamente per la vinificazione, per la preparazione di vini speciali (da dessert).
Tutti i contenuti di questa sezione sono stati gentilmente forniti dal MIPAAF - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali