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Registro telematico del vino: primi dati della Cantina Italia

26 Gennaio 2018
Registro telematico del vino: primi dati della Cantina Italia
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Da l'Enologo - n°12 Dicembre 2017 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

Nel quadro del vasto significato del concetto di sostenibilità, la "sostenibilità burocratica" costituisce un elemento non trascurabile per i produttori vitivinicoli. È noto che il peso dei controlli e della burocrazia costituisce un elemento "disincentivante" per la prosecuzione di un'attività economica e, se pensiamo alla definizione di "sostenibilità" applicata nelle scienze ambientali ed economiche, quale "condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri", appare evidente la responsabilità che la pubblica amministrazione ha nel rendere "sostenibile" l'attività vitivinicola.

Cosa è il Registro telematico del vino

Il registro telematico del vino, che l'Italia ha introdotto, unico Paese al mondo, dall'1 gennaio 2017, vuol essere, prima ancora che uno strumento di controllo - e vale la pena di ricordare che l'Unione europea a tali fini lo istituì - uno strumento di conoscenza e di migliore gestione del mercato, offrendo agli operatori numeri che possono aiutarli nel compiere scelte economicamente sostenibili; per programmare meglio le strategie di mercato e gli investimenti per la crescita aziendale.

Registro Telematico
Il Registro Telematico del Vino

Con la piena operatività del registro telematico l'Icqrf (Ispettorato centrale tutela qualità e repressione frodi prodotti agroalimentari – Mipaaf) è in grado di offrire alcuni elementi informativi sulla "Cantina Italia" alla partenza di quella che, unanimemente, è stata giudicata una delle più complesse vendemmie degli ultimi 50 anni. Prima di descrivere i dati desunti dal registro telematico è utile ricordare che una parte degli operatori, quelli che producono meno di 50 hl di vino/anno, non sono tenuti al registro telematico.

Se numericamente si tratta di una quota rilevante di produttori, circa il 66%, quantitativamente essi rappresentano meno del 4% della produzione italiana, sulla base dei dati delle dichiarazioni di produzione (Fonte Sian, dichiarazioni di produzione 2015).

La situazione della Cantina Italia al 12 ottobre 2017

Alla data del 12 ottobre 2017 gli stabilimenti attivi con obbligo alla tenuta del Registro erano circa 17.000, mentre le imprese operanti sulla piattaforma Sistema Informativo Agricolo Nazionale SIAN erano 14.320.

La produzione di vini in ettolitri di Cantina Italia
Tabella 1. La produzione di vini in ettolitri di Cantina Italia

Si tratta di dati molto soddisfacenti e in linea con gli incroci fatti sul numero di operatori che producono 50 hl e più di vino all’anno, così come risultano dalle dichiarazioni di produzione.

Dall'enorme quantità di dati pervenuta dal registro telematico, si vuole proporre una prima estrazione mirata a conoscere meglio lo stato della Cantina Italia alla data dell'1 agosto 2017, cioè alla partenza della vendemmia.

Si tratta di una prima analisi utile per meglio valutare gli esiti complessivi della vendemmia in corso.

Quanto vino nella Cantina Italia?

All'1 agosto 2017 dal Registro risultavano stoccati oltre 37,8 milioni di hl di vino, di cui circa il 46,8% a DO, il 30,4% a IGP, il 21,3% da tavola e l’1,4% varietale, nonché 3,5 milioni di q.li di mosti.

Alla partenza della vendemmia 2017, dunque, l'Italia deteneva un quantitativo di vino - comprensivo del potenziale derivante dal mosto trasformabile, di almeno 41 milioni di ettolitri.

Tabella relativa alla produzione di mosto
Tabella 2. Tabella relativa alla produzione di mosto di Cantina Italia

Dove si trova il vino italiano?

La distribuzione territoriale dei 37,8 milioni di hl presenti in Cantina Italia all'1 agosto 2017 è indicata nella Tab. 3a e 3b.

Tabella 3a. Vino detenuto al 1 agosto 2017 per regione
Tabella 3a. Vino detenuto al 1 agosto 2017 per regione

Il vino italiano è dunque territorialmente concentrato nel nord del Paese, con l'importante eccezione della Toscana.

Impressionante il dato del Veneto in cui si concentra una quantità di vino superiore a quella dell’intero Sud + Isole!

E non si tratta, come vedremo, del "fenomeno Prosecco" dal momento che, su 8,2 milioni di hl di vino detenuti in Veneto, solamente 2,13 milioni di hl erano di prosecco, compresa la DOCG Conegliano Valdobbiadene.

A livello provinciale osserviamo che le 10 province in cui si registra il maggior volume di vino concentrano oltre il 48% del vino della cantina Italia.

Nelle province di Verona e Treviso si detiene più vino che in Sicilia e Puglia assieme.

In tal senso colpisce il fatto che la prima provincia meridionale in termini di vino detenuto, Trapani, è solo al decimo posto.

Tabella 3b. Vino detenuto al 1 agosto 2017 per area
Tabella 3b. Vino detenuto al 1 agosto 2017 per area

Che tipo di vino c’è nella Cantina Italia

Il 46,8% del vino detenuto alla partenza della vendemmia 2017 è a DO, con una netta prevalenza del rosso (circa 63%). Il 30,4% del vino è a IGP, anche qui con prevalenza del rosso (59%), mentre i vini varietali detenuti costituiscono appena l'1,4% del totale. Il restante 21,3% circa è costituito da vini da tavola.

Tabella 4
Tabella 4. Prime 20 DO/IG in volume
Tabella 5
Tabella 5. Prime 10 DO in volume presenti al 1 agosto 2017 - ettolitri

Nonostante il gran numero di DO e IG presenti in Italia, 10 vini costituiscono il 40,1% del totale a DO/IG presente mentre i primi 20 vini rappresentano circa il 57% del totale. Le Tab. 6a e 6b mostrano le prime 20 province italiane per volume di vino a DO detenuto. Quasi un quinto del vino a DO italiano si concentra nelle province di Verona e Treviso, mentre nessuna provincia del Sud è presente nei primi 15 posti.

Tabella 4
Tabella 6a. Prime 20 province italiane per vino a DO detenuto al 1 agosto 2017 - ettolitri
Tabella 6a
Tabella 6a. Prime 20 province italiane per vino a DO detenuto al 1 agosto 2017 - ettolitri

Le Tab. 7a e 7b mostrano invece le prime 20 province italiane per volume di vino a IG detenuto. Se le due province di Verona e Treviso si confermano ai vertici del quantitativo di vino detenuto, si segnalano, seppure con quantitativi lontani da quelli delle province venete, al terzo posto la provincia di Trapani e al sesto la provincia di Taranto.

Tabella 7a
Tabella 7a. Prime 20 province italiane per vino a IG detenuto al 1 agosto 2017 - ettolitri
Tabella 7b
Tabella 7b. Prime 20 province italiane per vino a IG detenuto al 1 agosto 2017 - ettolitri

Per quanto riguarda i vini varietali non a DO/IG, essi rappresentano, come detto, appena l'1,4% del vino presente all'1 agosto 2017, concentrato per oltre il 50% in Veneto e Piemonte. Passando, infine, ai vini da tavola, essi rappresentavano, alla partenza della vendemmia 2017, poco più di un quinto del vino totale, anche se si trattava pur sempre di oltre 8 milioni di ettolitri.

Tabella 8a
Tabella 8a. Distribuzione regionale del vino varietale al 1 agosto 2017 - ettolitri
Tabella 8b
Tabella 8b. Distribuzione regionale del vino varietale al 1 agosto 2017 - ettolitri

Le Tab. 9a e 9b mostrano la distribuzione regionale del vino presente alla predetta data: il maggior quantitativo di vino da tavola è detenuto dall'Emilia Romagna, circa il 29% del totale italiano, seguita dal Veneto e dal Piemonte.

Tabella 9a
Tabella 9a. Distribuzione regionale del vino da tavola al 1 agosto 2017 - ettolitri
Tabella 9b
Tabella 9b. Tabella 9a. Distribuzione regionale del vino da tavola al 1 agosto 2017 - ettolitri

É interessante osservare come anche nel caso dei vini da tavola sono le regioni settentrionali a detenere il prodotto: gli operatori vitivinicoli emiliani detengono quasi in doppio del vino da tavola della somma di quello detenuto da Sicilia e Puglia insieme!

Alcuni numeri sui mosti presenti nella Cantina Italia

Si è detto che all'1 agosto 2017 dai dati del Registro telematico risultavano dichiarati oltre 3,5 milioni di mosti, tra mosto concentrato, mosto concentrato rettificato e altri mosti, categoria rappresentata in massima parte dai mosti mutizzati. Questi ultimi costituiscono oltre l'84% dei mosti presenti. La distribuzione territoriale dei mosti è così distribuita: oltre la metà dei mosti (51,5%) si concentra nelle regioni Emilia Romagna e Piemonte, ma importante è anche la presenza di mosti in Puglia (17%) e in Sicilia (9,3%), oltre che in Veneto (2,8%).

Il registro telematico strumento per la crescita sostenibile

Non è intenzione di questa analisi avanzare considerazioni, men che meno conclusioni!

Scopo dell'analisi è offrire agli operatori una prima, sommaria serie di dati da valutare più nella prospettiva delle potenzialità del registro in termini conoscitivi.

Spesso, infatti, decision makers privati e pubblici non hanno sufficienti basi informative per una compiuta valutazione del mercato e delle politiche territoriali e in questo senso l'approfondimento offerto dai dati emergenti dal registro può aiutare il Sistema vitivinicolo italiano, definito in modo illuminato dalla legge n. 238 del 2016 quale "patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale.", verso una crescita sempre più sostenibile, nel suo più pieno significato.

Da l'Enologo - n°12 Dicembre 2017 - Mensile dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani

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